sabato 30 marzo 2013
domenica 3 febbraio 2013
Bella recensione dell'EP My Right of Frost su Sounds behind the corner
MROF – MY RIGHT OF FROST
“My Right Of Frost”
(Anno 2012 – Autoprodotto)
Italy
L’obsolescenza della nostra società crea immensi cimiteri di materiali ancora idonei ad una vita, un utilizzo, a meno ché se incontrino ‘samaritani’ del suono pronti ad accogliere ciò che il consumismo vuole in discarica perché non più al passo con i tempi.
La realtà è ben diversa e se togliete dal tutto il superfluo vi accorgerete che ciò che novità, non vuol dire quasi mai innovazione ma la sovrapposizione di accessori su accessori, superfluo su superfluo.
Dalla discarica possono uscire allora circuiti resuscitati dalla creatività dei My Right Of Frost, post-moderni rigeneratori di obsolescenze abbandonate, menti intelligenti al servizio della creativa scintilla benevola, “My Right Of Frost” è un segnale per tutti: la decrescita sociale nasce in questi piccoli intuiti, queste minuscole presenze dell’Arte creativa anche in contesti di vintage da abbandono.
Nella pittura/scultura Vik Muniz ha reso supremo l’abbandono del materiale della discarica di San Paolo dandosi possibilità di creazione, dando possibilità all’emarginazione sociale di avere una rivincita nei confronti del consumismo becero.
Andrea, Walter, Raffaello e Francesco nel loro album eponimo iniettano ogni piccola conseguenza della loro creatività, improvvisando sette tracce per due contesti live diversi, anche temporali, sette tracce dove l’imprevedibilità è dosata ma costante, la tentazione non ha limiti, l’apertura empatica tra loro diviene coerenza, seguendo schemi non scritti ritrovabili nelle improvvisazioni jazz.
Tra le nostre pagine avete più di una possibilità d’approfondimento.
Una società apocalittica ed allo sbando tra i vortici oscillatori delle strumentazioni: appare chiaro che il post-industriale che viviamo tutti non è ancora quella new-age paventata ma l’incubo tecnologico prevale sul ritorno alle origini ed in ogni traccia l’Uomo è entità sottintesa, il futurismo inteso come trionfo illuminista è tomba sociale se così espresso, in “Fullofmidhaigh” è agghiacciante ascoltare le istruzioni di un risanamento dopo l’esposizione ai gas tra texture e noise quasi violenti.
Eppure la presenza antropologica non è completamente esclusa: molto bella la trance coreografica di “Foremot”, ossessiva ed ipnotica, antipodale nelle strumentazioni che si fondono in più linee tra bassi ed acuti esponenziali, logaritmi sonori per musicalità estreme eppure sincere nel loro equilibrio affatto instabile.
Accettando un neo-tribalismo d’avanguardia post-industriale “Ollorcmun” è la componente esoterica del mistero Uomo, ancora le strumentazioni pulsano frequenze crescenti/decrescenti, una drum-line appare per dettare ritmica, la voce si concede innaturale per ritualità tech-no-logiche, in “Opera Bitonale”, registrata in un altro contesto live a distanza di tempo, la sensazione è quella di una chiusura ciclica e cupa, sacralità agnostica per incursioni nel più profondo stato della coscienza.
Obsolescenze recuperate al progresso e pulsazioni trascendenti, l’ensemble genovese v’invita al suo convivio, accettate, il futuro ha polveri antiche.
Nicola Tenani
http://www.soundsbehindthecorner.org/the-cave/893-mrof--my-right-of-frost-my-right-of-frost.html
venerdì 18 gennaio 2013
Intervista a My Right of Frost su Rosa Selvaggia Obscure Webzine!
Clicca sulla foto per andare all'intervista+foto+video!
Salute ragazzi, e benvenuti sulle frequenze oscure di Rosa Selvaggia.
MROF: Ciao, grazie! Tra le frequenze ci sentiamo sempre a nostro agio...
Ho avuto il piacere di seguire il vostro progetto sin dal nascere, trattando tra l'altro il vostro EP di debutto proprio nell'ambito del nostro spazio dedicato alle nuove uscite. Il Cd “Circuit Bending Steampunk Industrial” coincide effettivamente con la nascita del vostro collettivo oppure eravate già attivi da qualche tempo? So di alcune vostre esibizioni nell’area genovese tra il 2011 e l’anno passato, alle quali tra l'altro dobbiamo le 7 tracce del dischetto...
RB: Ci siamo presentati su diversi palchi genovesi alla fine del 2011. La buona accoglienza che ha trovato la nostra musica ci ha piacevolmente sorpreso, dato il genere, ehm, peculiare che proponiamo...
Conosco personalmente solamente uno di voi, il carissimo Andrea Lombardi, chi sono gli altri elementi del progetto e quale il ruolo di ognuno? Trattasi di ensemble “modulare” e flessibile – come spesso accade in molti progetti d'area sperimentale - oppure la formazione può considerarsi definita e rigida?
RB: Guarda, stante il grande affiatamento e l'amicizia che ci lega, è possibile che qualche elemento si aggiunga (ci piacerebbe una voce, o uno strumento acustico) ma direi che il nocciolo del gruppo ha una sua stabilità. Walter Giacchero oltre alla voce suona il Theremin e altri strumenti autocostruiti di non immediata e agevole definizione; lo stesso dicasi per Francesco Marini; Andrea Lombardi sta al mixer e cura quella che chiamiamo “propaganda”: sito, pagina FB, merchandising, rapporto con i locali, accessori visivi che usiamo dal vivo; io elaboro e costruisco gli strumenti di cui sopra, e li suono pure. Inoltre mi occupo della parte tecnica. Tutti partecipiamo alla composizione dei brani.
“MROF traggono segni sonori da circuiti elettronici rifunzionalizzati e resi quanto più possibile critici dall’instabilità del punto di feedback”, leggo sul vostro Blog. Una definizione che sa quasi di manifesto artistico futurista, o magari di lucida follia dadaista. Qual è il vostro personale background? Nel vostro Ep d’esordio ho intravisto schegge di krautrock rimbalzare su solide pareti post-industriali, musica concreta, spoken words e molto altro.
AL: Come totale non musicista, a parte il ruolo di “propaganda-abteilung” ricordato poc’anzi da Raffaello, credo di contribuire, tramite alcuni miei interessi, a alimentare le suggestioni che MROF fa sue e restituisce: per esempio, molte letture che abbiamo in comune Raffaello e io, da autori “standard” della cultura industriale, come Ballard, Sterling e Burroughs, a altri meno consueti in questo contesto, come Céline, Pound, Peter Russell o Lorenzo Viani, a un certo sguardo che abbiamo verso la tecnica e la storia riemergono, talvolta, nell’esperienza MROF. “Sonoramente”, il mio retroterra di ascolti - dall’industrial classico dei TG, SPK, NON, Monte Cazazza e Maurizio Bianchi, ai field recording e alla sound e noise art - mi aiuta nel disperato tentativo di “fire catcher”, tramite il mixer, dei suoni generati dai più disparati frutti della malvagità tecnica di Bisso e dalle performance agli strumenti di Walter e Francesco, convogliandoli verso l’ascoltatore.
RB: Personalmente amo la musica cosiddetta contemporanea, grande contenitore dal quale vorrei far risaltare nomi, o numi, come Webern, J. Tenney, Cage, Arvo Pärt... certo Schaeffer per quanto riguarda la musique concrète... amo anche la ricerca di personaggi come Nakamura o Alva Noto. Di elettronica, industrial, ambient e metal - e di tutto ciò che sta in mezzo - sono ascoltatore entusiasta ma asistematico. Mi interessano anche le indagini e le ricostruzioni di suoni singoli e decontestualizzati o di entità più complesse delle quali si occupa l'antropologia della musica; degli strumenti, o meglio oggetti sonori, dei popoli primitivi, o extraeuropei.
Ho trovato alcuni spunti di ORGANOLOGIE, all'interno del booklet del CD, decisamente interessanti. Il primo, tratto dalle parole dello sperimentatore noise giapponese Toshimaru Nakamura, sul musicista che finisce per essere quasi controllato/condizionato dal suono medesimo da lui prodotto, una vera sfida contro i feedbacks generati dalle proprie macchine. Capita durante una performance di MROF?
RB: Direi che sul palco lavoriamo perché in una nostra performance succeda proprio quello! I pezzi hanno una struttura scritta, una durata stabilita, dei passaggi fissi centrati su determinati eventi, a volte testi anche piuttosto lunghi. All'interno di questo schema gli eventi sonori non sono predeterminati, e possono diventare una sorpresa anche per noi. Gli inneschi accidentali dell'ambiente, uno strumento con una pila scarica, una maggiore o minore conduttività della pelle, la luce stessa dell'ambiente interagiscono con i sensori dei nostri generatori di suoni e noi controlliamo - fino ad un certo punto - il risultato complessivo, esasperando o sviando i fenomeni che nascono dai movimenti delle cariche elettriche e dai feedback acustici.
A tal proposito parlavo tempo fa' con il vostro concittadino Stefano Bertoli di KHN’SHS della bellezza dell’ improvvisazione, elemento che senz’altro vi appartiene in maniera viscerale. Immagino che una performance live di MROF possa risultare ogni volta come…la prima volta!
WG: La comprensione del "momento" é importante, per quanto riguarda la valutazione/composizione dell'atto sonoro in sé. Ma serve anche per portarci vicino all'esecuzione "unisona" a livello circuitale, quella dimensione acustica ideale a smembrare ogni credo musicale dell'ascoltatore, ma anche di chi esegue. Personalmente credo giusto trovare spazio "tra" le note, per quanto il termine nota perda di significato in un contesto elettronico/modulato/ipnotico, e anzi rafforza il messaggio puro che in realtà, e con molti sacrifici, intenzionalmente creiamo. Si crea unicità col lusso di restare sempre attuali, calpestando logiche usuali ed opinabili, e godendo della gioia che solo un circuito alimentato bene può dare.
In ORGANOLOGIE parlate anche dell' utilizzo dell'oggetto usurato e giunto al termine della sua funzione tipica – ridotto quindi allo stato di rifiuto – che torna a nuova vita attraverso l'utilizzo che lo sperimentatore ne fa per generare suoni non convenzionali. Gli insegnamenti base dell'industrial old-school se vogliamo: come vengono riattualizzati nel flusso creativo di MROF?
Non saprei. Il processo che parte dal trovare un oggetto e termina con un suono che viene prodotto durante un pezzo non assomiglia a nessun altro processo. Di sicuro non è un'operazione post-punk, nel senso che, senza falsa modestia, forse il nostro background è un pochino più articolato dell' ”impara tre accordi e copia un riff famoso” e poi... non ci prendiamo così sul serio; non è obsolete tech né post-consumerist perché il discorso critica alla società dei consumi sa un attimino di muffa o sbaglio? Semmai rimpiangiamo l'attimo in cui il Sapiens silvopastorale faceva dei buchi in una canna, faceva girare il bullroarer o soffiava in una conchiglia... e la storia poteva andare in un'altra direzione.... Naturalmente scherzo.
My Right of Frost, entità operante nell'anno 2013: creatura gravitante nel bacino della cosiddetta grey area o semplicemente avantgarde?
Mi sa che ti ho già risposto nella risposta precedente...
Intervista by Stefano Oflorenz per Rosa Selvaggia Obscure Webzine!
martedì 25 dicembre 2012
My Right of Frost @ Spazio Targa, Doomsday 2012
V-1 (w original BBC's recording of incoming Flying Bombs, AA guns and warnings sirens, London, 1944)
Crosstown
Foremot
Opera Bitonale
Video by Lavinia Granata and Soundrift.org Thanks to Spazio Targa!!!
mercoledì 5 dicembre 2012
My Right of Frost e KHN'SHS Live allo Spazio Targa, 21 dicembre DOOMSDAY
My Right Of Frost traggono segni sonori da circuiti elettronici rifunzionalizzati e resi quanto più possibile critici dall`instabilità del punto di feedback. Propongono sequenze totalmente improvvisate dal punto di vista del valore musicale dei suoni, timbricamente irripetibili. Oltre il concetto stesso di circuit bending, intervengono continuamente sul punto di collasso di oscillatori e filtri estemporaneizzando percorsi elettronici che divergono sino a formare un macrosegno, cioè l'opera.
"Un CD EP [My Right of Frost] che in poco più di 20 minuti condensa Luigi Russolo, Krautrock, Industrial e Punk. Se vi pare poco!" Stefano Oflorenz @ "Rosa Selvaggia", autunno 2012.
http://myrightoffrost.blogspot.it/
http://my-right-of-frost.tumblr.com/
http://soundcloud.com/hardrain-1
KHN'SHS: MantraDrones per sintetizzatori modulari analogici sotto controllo umano...nessun computer, nessuna sequenza ....la completa fusione fra Anima, Corpo e Machina.
"E che Drone&HeavyPsych sia! Le tre lunghissime tracce dell’esordio per questo one-man project ultra sperimentale si immergono magnificamente nella psichedelia più acida dei seventies riattualizzandola secondo canoni post-industriali e noise". Stefano Oflorenz @ "Rosa Selvaggia", autunno 2012.
https://www.facebook.com/khnshs
http://www.youtube.com/user/khnshs
SPAZIO TARGA
VIA TARGA
GENOVA
VENERDI' 21 DICEMBRE, ORE 22.00
EVENTO FB QUI
DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY DOOMSDAY
giovedì 6 settembre 2012
MY RIGHT OF FROST EP - Circuit Bending Steampunk Industrial
Disponibile in numero limitato l'EP di MY RIGHT OF FROST!
MROF
MY RIGHT OF FROST EP
Circuit Bending Steampunk Industrial
My Right Of Frost traggono segni sonori da circuiti elettronici rifunzionalizzati e resi quanto più possibile critici dall`instabilità del punto di feedback. Propongono sequenze totalmente improvvisate dal punto di vista del valore musicale dei suoni, timbricamente irripetibili. Oltre il concetto stesso di circuit bending, intervengono continuamente sul punto di collasso di oscillatori e filtri estemporaneizzando percorsi elettronici che divergono sino a formare un macrosegno, cioè l'opera.
Tracks:
Intro
Foremot
Fullofmidhaigh
Ollorcmun
Tape Mark I
Doublefrost
Opera bitonale
1-6 live @ La Claque, 1 dicembre 2011
7 live @ San Bernardino, 14 gennaio 2012
Special thanks to Martino Sarolli per l’editing audio, disorder Drama, Duplex Ride, Juno Lab e Spazio Targa
Dedicato a Alessandro Ali de Vita +
Euro 6,00 + Euro 2,00 Spedizione
Info e ordini agita@hotmail.it
Recensito su Rosa Selvaggia, autunno 2012
MROF
MY RIGHT OF FROST EP
Circuit Bending Steampunk Industrial
CD (Autoprod.)
MY RIGHT OF FROST EP
Circuit Bending Steampunk Industrial
CD (Autoprod.)
L'avanguardista
progetto genovese manifesta dichiaratamente l'intento di inserirsi
nella contemporanea epoca "ipermoderna", quella dei "rifiuti
e del loro smaltimento impossibile". La scelta di oggetti non
convenzionali, che perdono la precedente utilità per diventare
fonte di materia sonora, é così l'essenza stessa di MROF, che
subisce a viso aperto la non prevedibilità e incontrollabilità
della materia sonora così generata, ma senza temerne le conseguenze,
anzi facendone un punto di forza come del resto ogni ensemble
che vuole definirsi "non conforme" dovrebbe fare. Uomo e suono,
(non)musicista e feedback interagiscono in maniera continua
e non predeterminata, senza la certezza che sia necessariamente
il primo a controllare il secondo, anzi. Il quartetto di sperimentatori,
composto da Raffaello Bisso, Walter Giacchero, Francesco Marini
ed Andrea Lombardi, ci regala 7 tracce registrate in presa diretta
nel corso di due live tenuti in quel di Genova nel biennio 2011/2012,
per un CD EP che in poco più di 20 minuti condensa Luigi Russolo,
Krautrock, Industrial e Punk. Se vi pare poco!
(Oflorenz)
(Oflorenz)
mercoledì 29 agosto 2012
My Right of Frost @ LIVE LIFE, Genova sabato 8 settembre
LIVE LIFE (Vivi la Vita o Vita Viva...
dipende da come si legge...) è un evento concepito dall’associazione
culturale Motel 1989 come tentativo di vivere al meglio la nostra città,
attraverso la voglia di divertirsi con il giusto rispetto del posto e
di chi lo abita.
La città è un luogo di transito quanto di fermento: la miscela tra questi componenti crea la possibilità esplosiva di fare cultura partendo proprio dal motto di Motel 1989: A PLACE TO STAY, A PLACE TO PLAY.
I giardini Baltimora, meglio noti
La città è un luogo di transito quanto di fermento: la miscela tra questi componenti crea la possibilità esplosiva di fare cultura partendo proprio dal motto di Motel 1989: A PLACE TO STAY, A PLACE TO PLAY.
I giardini Baltimora, meglio noti
ai
genovesi come Giardini di Plastica, sono un luogo che è stato per anni
degradato e dimenticato, che merita quindi, un pensiero positivo di
riqualificazione attraverso musica e arte contemporanea: la Factory di
Motel 1989, nel corso di un’intera giornata, trasformerà questa location
in un polo artistico-culturale per una città da sempre orientata alla
creatività.
L'evento diurno e notturno, è GRATUITO, partirà alle 16.00, nel pomeriggio si esibiranno artisti esclusivamente in live performance: musica creata con sequencers, sintetizzatori, batterie elettroniche, controller, computer, strumenti di oggi e di ieri che hanno portato, nel corso del tempo, all’evoluzione delle tendenze, e che permetteranno qui di ascoltare generi e sperimentazioni sonore di estrema varietà; diversi stili di live drawings per vedere all’opera writers, pittori, disegnatori, grafici; performance di danza per dare visioni inedite tra interazione con il segno pittorico e sperimentazioni di interazione tra corpo e luogo.
Esposizioni di libri, dischi e oggetti legati all’ambito artistico underground completeranno la cornice dell’evento che avrà il suo culmine in una serata abitata da musica e ospiti d’eccezione, per far ballare fino a notte inoltrata.
ARTE e MUSICA: queste le parole che ci impegniamo a far risuonare all'interno dei Giardini di Plastica, per far arrivare fino al di fuori delle mura della nostra splendida città, sull’onda di un impianto da 10000 watt, il nostro slogan: LIVE LIFE!
L'evento diurno e notturno, è GRATUITO, partirà alle 16.00, nel pomeriggio si esibiranno artisti esclusivamente in live performance: musica creata con sequencers, sintetizzatori, batterie elettroniche, controller, computer, strumenti di oggi e di ieri che hanno portato, nel corso del tempo, all’evoluzione delle tendenze, e che permetteranno qui di ascoltare generi e sperimentazioni sonore di estrema varietà; diversi stili di live drawings per vedere all’opera writers, pittori, disegnatori, grafici; performance di danza per dare visioni inedite tra interazione con il segno pittorico e sperimentazioni di interazione tra corpo e luogo.
Esposizioni di libri, dischi e oggetti legati all’ambito artistico underground completeranno la cornice dell’evento che avrà il suo culmine in una serata abitata da musica e ospiti d’eccezione, per far ballare fino a notte inoltrata.
ARTE e MUSICA: queste le parole che ci impegniamo a far risuonare all'interno dei Giardini di Plastica, per far arrivare fino al di fuori delle mura della nostra splendida città, sull’onda di un impianto da 10000 watt, il nostro slogan: LIVE LIFE!
DALLE 16 ALLE 20 -------> ✖ ELECTRONIC PERFORMANCE ✖
Un percorso sonoro completamente elettronico che si articolerà durante il pomeriggio in un viaggio che dall'industrial, noise e circuit bending finirà all' electro/ tekno, gli artisti si alterneranno tra
Un percorso sonoro completamente elettronico che si articolerà durante il pomeriggio in un viaggio che dall'industrial, noise e circuit bending finirà all' electro/ tekno, gli artisti si alterneranno tra
il
palco e un vero e proprio banco di lavoro sotto la consolle ,dove drum
machine, synth e macchine elettroniche auto prodotte saranno le
protagoniste.
⊙ SOUNDRIFT (Agitacja) / TOT EN TANZ
http://soundriftorg.blogspot.it/
http://djtotentanz.blogspot.it/
⊙ MY RIGHT OF FROST (Duplex Ride/Agitacja)
http://agitacja.blogspot.it/
⊙ TSIDMZ (Agitacja)
http://www.myspace.com/tsidmz
⊙ MODUS (Wo-Land)
⊙ SOUNDRIFT (Agitacja) / TOT EN TANZ
http://soundriftorg.blogspot.it/
http://djtotentanz.blogspot.it/
⊙ MY RIGHT OF FROST (Duplex Ride/Agitacja)
http://agitacja.blogspot.it/
⊙ TSIDMZ (Agitacja)
http://www.myspace.com/tsidmz
⊙ MODUS (Wo-Land)
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